venerdì 9 marzo 2012

Fiore del Deserto - Waris Dirie

Waris era una bimbetta come tante in Africa. Non sapeva bene quanti anni aveva quando successe: forse 4 forse 3, in molti posti dell'Africa non esiste un’anagrafe. Viveva in Somalia assieme alla sua famiglia, padre, madre e 11 fratelli.

Tutti i giorni percorreva chilometri su chilometri per andare a prendere l’acqua e il suo compito era di badare al piccolo gregge di capre.

Sapeva che un giorno le avrebbero fatto quello che fanno a tutte le donne e lei attendeva impaziente perché vedeva “quella cosa” come un passaggio, una sorta di rito d'iniziazione verso l’età adulta, dopo sarebbe stata trattata da GRANDE.

Mai si sarebbe aspettata quelle che successe. Assieme alla sorella viene portata da una zingara che con uno strumento lercio taglia e cuce la loro intimità. Il dolore che prova è straziante. La sorella, che viene portata via e nascosta, muore dissanguata in preda a dolori atroci.

Da quel giorno la sua vita non sarà più la stessa.

Passano gli anni.

Come consuetudine nella cultura somala è il padre che decide a chi dare in sposa le proprie figlie, ma quando Waris sente che deve sposare un uomo di 60 anni si ribella e decide di fuggire.

Fugge di notte, attraversa il deserto a piedi e giunge a Mogadiscio. Qui si rifugia presso una zia e da lì riesce ad andare a Londra come cameriera sempre da uno zio ambasciatore. Quando questi finisce il suo mandato Waris decide di rimanere a Londra. Per mantenersi pulisce i pavimenti da McDonald's e inizia a frequentare una scuola serale per imparare a leggere e scrivere.

Ma un giorno un fotografo la ferma per strada e da quel momento, come in una favola, la sua vita cambia. Passa dalle pulizie dei pavimenti ai set dei servizi fotografici e delle passerelle di moda. 

Diventa famosa, posa per i calendario Pirelli assieme a Naomi Campbell, fa pubblicità per la Revlon, compare in un film della serie 007. 

L'Africa è lontana ma quello che le hanno fatto da piccola le segna la vita, per sempre. Per lei è difficile fare quello che per ogni donna è naturale e quando incontra suo marito tutto diventa ancora più doloroso e il ricordo brucia dentro, sempre e costantemente.

Waris, anche se ricca e famosa non dimentica, non può, non ce la fa.

Così decide di raccontare la sua storia, così intima, così incredibilmente dolorosa, e diventa la VOCE di milioni di donne.

Fiore del Deserto è un libro forte, intimo, intenso, commovente e straziante. La sua lettura porta in un'altra dimensione, in una cultura così differente dalla nostra, così distante che sembra appartenga ad un'altra epoca.

La sua testimonianza, coraggiosa e straordinaria, ha scioccato il mondo intero perchè ha spalancato la porta su una realtà che era considerata un tabù. 

E invece è giusto sapere cosa passano tante donne in tutto il mondo, e anche vicino a noi, oggi, visto che con l'immigrazione ci si porta dietro tutto il bagaglio di tradizioni e cultura, giuste o sbagliate che siano.

Il libro ha venduto in tutto il mondo 11 milioni di copie. In Germania è stato ai vertici della classifica dei libri più venduti per ben 120 settimane!!!

Forte della sua posizione fonda nel 2002 la Waris Dirie Foundation che poi nel 2010 si trasforma in Desert Flower Foundation

Waris sta ancora combattendo la battaglia in difesa delle donne che hanno vissuto e vivranno la sua esperienza.






Attualmente è il portavoce ufficiale di "Face to Face", la campagna internazionale dell'ONU contro le mutilazioni genitali femminili (MGF).







La mutilazione genitale femminile è particolarmente diffusa in ventotto paesi africani. L'ONU ritiene che questa pratica abbia riguardato complessivamente 130 milioni di donne e ragazze.
Le vittime vengono mutilate con utensili d’uso comune - quali lame di rasoio, coltelli, forbici o, peggio, con schegge di vetro, pietre appuntite e persino a morsi. Invece di diminuire, il numero delle ragazze che vengono mutilate aumenta. Molti africani emigrati in Europa e negli Stati Uniti non hanno abbandonato questa consuetudine.
Con l’infibulazione la donna viene privata del piacere sessuale, quindi anche del desiderio, mentre la cucitura della vagina serve a garantire la verginità, assimilata alla purezza: le vergini sono un bene prezioso in Africa ed è questo uno degli inconfessabili moventi dell’infibulazione: mio padre poteva ricavare un ottimo compenso dalla vendita delle figlie belle e vergini.
Se penso che quest’anno due milioni di ragazze subiranno quello che ho subito io, mi sento male e mi rendo conto che quanto più questa tortura andrà avanti, tante più saranno le donne come me, furiose e ferite, che non potranno mai più avere ciò che è stato loro tolto
.


Nel 2009 è uscito il film Desert Flower (che non ho ancora visto ma solo vedendo le immagini del trailer mi sono venute le lacrime agli occhi).

Bellissima anche l'intervista che Waris ha rilasciato in occasione dell'uscita del film. 


*******

Dopo il mio post in occasione della festa della donna non potevo non parlare di questo libro. E' giusto sapere, è giusto parlarne, è ora che tutte le donne agiscano e dicano NO.

Con questo post partecipo, in ritardo, al Venerdì del libro di Homemademma.


La lista delle altre partecipanti la trovate qui.

Buon weekend a tutti!

15 commenti:

  1. Inconcepibile, atroce, imperdonabile ... per me è perfino difficile pensarci, mi viene la nausea. Dio voglia che questa donna coraggiosa e la sua fondazione riescano col sostegno dei governi mondiali a sconfiggere quest'assurdità. Grazie per averne parlato!

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    1. Silvia: si è vero sempre inconcepibile che esistano ancora delle pratiche del genere che violano la donna in modo così brutale, e soprattutto è assurdo che chi lo fa si crede nel giusto perchè convinto di seguire il Corano, cosa che invece non è affatto scritta (come del resto il burqua). anch'io spero che prima o poi questa usanza diventi un lontano ricordo e che le bambine di oggi e domani non debbano più subirla...

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  2. Accidenti che libro forte e che tema delicato.
    Ho approfondito molto questo tema, quando ci sono petizioni o dibattiti li appoggio e seguo sempre, però sono giunta alla conclusione che noi occidentali possiamo fare relativamente, nel senso che è una questione culturale ancora, che riguarda principalmente la società dove ancora il problema esiste. Possiamo però offrire ascolto, e aiutare certi libri a penetrare, così che ci sia più consapevolezza, che la catena di violenza che vincola queste donne si possa spezzare.

    Hai visto il film "Muladè"? Parla di MGF da un punto di vista "interno", delle donne africane. E' un film molto strano, se ti capita guardalo.

    ciao

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    1. Ci, il film Muladè non l'ho visto ma me lo segno, grazie di questo nuovo imput!

      é vero il problema riguarda la società dove la questione esiste ma ormai viviamo in mondo globalizzato e con l'immigrazione il problema si pone anche qui. proprio qualche anno fa c'era stata una proposta qui in Italia di eseguire questa pratica in ospedale, QUI in ITALIA, per evitare che almeno le bambine morissero a causa delle infezioni o dissanguate. quindi se noi, qui, facciamo capire che questa usanza lede qualsiasi diritto di una donna ad una vita normale forse pian piano gli immigrati qui se ne convinceranno e forse, magari, influenzeranno le persone che vivono nel loro Paese. Grazie al tam tam mediatico in Eritrea dal 31 Marzo 2007 il praticare l'infibulazione è reato. L'obiettivo è che in tutta l'Africa islamica sia unanime su questo punto... il cammino sarà lungo ma non bisogna arrendersi!
      baci

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  3. Cì ha detto tutto ciò che penso. Hai fatto bene a proporre questo libro e segnalare questa autrice. Non la conoscevo. Io mi segno il libro, voglio leggero.

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  4. Una pratica terribile... Questo libro non l'ho letto ma ho avuto modo di leggere altre testimonianze che mi hanno fatto molto riflettere. Credo che lei sia una donna molto coraggiosa (oltre che molto bella) e mi auguro che questa pratica venga eliminata ovunque anche se so che certe pratiche collegate a determinate culture fanno fatica a morire (e già il fatto che se ne parli è molto).

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    1. Stefania, è vero, già il fatto di parlarne e di mantenere alta l'attenzione dei media su questa usanza barbara fa sperare che prima o poi TUTTI i governi mettano al bando qs pratica e la considerino reato. qualche Stato l'ha già fatto (Eritrea, Kenya per es.). si spera non rimangano gli unici!

      ciao!!

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  5. Tu hai detto tutto quello che c'era da dire. Ora non mi rimane che comprare il libro, anche se la brutalità umana mi sorprende tutte le volte, nel senso che non riesco a trovare un senso nella malvagità e nella violenza, che sono certa si tramandi per apprendimento, sia perché si vede, sia perché la si subisce... quanti pensieri.
    Grazie di questo spunto di riflessione

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    1. Monica, quella dell'infibulazione è una pratica antichissima. quando le usanze hanno origini così antiche è difficile estirparle dall'oggi al domani ma grazie a persone coraggiose che lottano ogni giorno come Waris Dirie una speranza c'è... magari non oggi e neppure domai ma forse dopodomani ...

      baci

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  6. è bellissimo ed estremamente interessante questo libro, pur se aberrante, non è l'unico dell'autrice, io li ho letti tutti qualche anno fa, ne vale la pena!

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  7. MammaTuttoFare, io ho letto Alba nel Deserto e anche quello mi è piaciuto molto. Figlie del Dolore non l'ho letto perchè lo credevo ripetitivo e avevo bisogno di cambiare un po' il genere.
    Sono riuscita a trovare il film Desert Flower e una di queste sere me lo guardo, ti saprò dire!
    baci

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  8. Davvero straziante. Da donna non riesco a sopportare il pensiero di una pratica talmente barbara e disumana. Non so se ruscirei a leggere il libro, devo essere sincera, ma ti rigrazio di aver toccato questo tema spinosissimo e doloroso.
    Ciao!

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    1. Maris, leggendo certe pagine del libro il mio stomaco era chiuso e avevo le lacrime agli occhi perchè anche per me certe cose erano davvero fuori ogni immaginazione, ma ti assicuro che nonostante il tema sia molto doloroso e delicato il libro scorre veloce e non è affatto pesante, ne vale davvero la pena leggerlo!
      baci

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  9. Proposta toccante, tema terribile. Ciò che mi inquieta e che succede anche nel nostro paese. Quando guardo le mie studentesse di provenienza africana, spero che non siano state marchiate da questa ignobile pratica.
    Recuperetò certamente questo romanzo.

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*** Ai post un po' datati ho applicato la moderazione altrimenti, con la testa che mi ritrovo, i commenti rimarrebbero nel limbo!***




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