martedì 18 settembre 2012

La vera storia di Rapunzel - ovvero di Raperonzolo e Prezzemolina

Sofia adora il cartone Rapunzel

Anche a me non dispiace, anzi lo guardo sempre volentieri. 

Dopo averlo visto un po' di volte (tipo ... 20/30) guardo Sofia e le dico: 

Ma sai che questa non è la VERA storia di Rapunzel? sai che la vera Rapunzel si chiama Raperonzolo


Non ho fatto in tempo a finire la frase che subito ho dovuto raccontargliela ... 

C’era una volta un uomo e una donna che da molto tempo desideravano invano un bimbo. Finalmente la donna scoprì di essere in attesa.

Sul retro della loro casa c’era una finestrella dalla quale si poteva vedere nel giardino di una maga, pieno di fiori ed erbaggi di ogni specie. Nessuno, tuttavia, osava entrarvi. 

Un giorno la donna stava alla finestra e, guardando il giardino vide dei meravigliosi raperonzoli in un’aiuola.

Subito ebbe voglia di mangiarne e, siccome sapeva di non poterli avere, divenne magra e smunta a tal punto che il marito se ne accorse e, preoccupato, gliene domandò la ragione. “Ah! Morirò se non riesco a mangiare un po’ di quei raperonzoli che crescono nel giardino dietro casa nostra.”




L’uomo, dilaniato dal dubbio se soddisfare il desiderio della moglie o se affrontare la maga decise alla fine di accontentare la propria amata, e così, una sera, scavalcò il muro, colse in tutta fretta una manciata di raperonzoli e li portò a sua moglie. La donna si preparò subito un’insalata e la mangiò con avidità. Ma i raperonzoli le erano piaciuti a tal punto che il giorno dopo la sua voglia si triplicò.

Così penetrò ancora una volta nel giardino. Ma grande fu il suo spavento quando si vide davanti la maga che incominciò a rimproverarlo aspramente per aver osato entrare nel giardino a rubarne i frutti. Egli si scusò come poté‚ raccontando delle voglie di sua moglie e di come fosse pericoloso negarle qualcosa in quel periodo. Infine la maga disse: “Mi contento di quel che dici e ti permetto di portar via tutti i raperonzoli che desideri, ma a una condizione: mi darai il bambino che tua moglie metterà al mondo.” Impaurito, l’uomo accettò ogni cosa e quando sua moglie partorì, subito comparve la maga, diede il nome di Raperonzolo alla bimba e se la portò via.

Raperonzolo divenne la più bella bambina del mondo, ma non appena compì dodici anni, la maga la rinchiuse in una torre alta alta che non aveva scala né porta, ma solo una minuscola finestrella in alto. Quando la maga voleva salirvi, da sotto chiamava:

“Oh Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli
che per salir mi servirò di quelli.”

Raperonzolo aveva infatti capelli lunghi e bellissimi, sottili come oro filato. Quando la maga chiamava, ella scioglieva le sue trecce, annodava i capelli in alto, al contrafforte della finestra, in modo che essi ricadessero per una lunghezza di venti braccia, e la maga ci si arrampicava.

Un giorno un giovane principe venne a trovarsi nel bosco dove era la torre, vide la bella Raperonzolo alla finestra e la udì cantare con voce così dolce che subito se ne innamorò. 


Ogni giorno si recava nel bosco per sentire quella voce incantata, disperato, però, perché non sapeva come raggiungere la sua amata.


Finché un giorno vide arrivare la maga e, nascostosi per non farsi vedere, sentì le parole che usò per salire sulla torre.

Così egli capì il trucco, e il giorno seguente, al tramonto, andò alla torre e gridò:

“Oh Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli
che per salir mi servirò di quelli!”

Quando si vide davanti il principe al posto della maga Raperonzolo si spaventò, ma ben presto il giovane principe le piacque e insieme decisero che egli sarebbe venuto tutti i giorni a trovarla. Così vissero felici e contenti a lungo, volendosi bene come marito e moglie. 

La maga non si accorse di nulla fino a quando, un giorno, Raperonzolo prese a dirle: “Ditemi, signora Gothel, come mai siete tanto più pesante da sollevare del giovane principe?” - 


“Ah, bimba sciagurata!” replicò la maga, “cosa mi tocca sentire!” Ella comprese di essere stata ingannata e si infuriò.


Afferrò allora le belle trecce di Raperonzolo, prese le forbici e le tagliò.

Portò poi Raperonzolo in un deserto dove fu costretta a vivere miseramente e, dopo qualche mese, diede alla luce due gemelli, un maschietto e una femminuccia.

La stessa sera del giorno in cui aveva scacciato Raperonzolo, quando il principe arrivò come al solito la lunga treccia (recisa) di Raperonzolo venne calata, solo che questa volta c'era la maga ad aspettarlo! 


Come fu sorpreso il principe quando trovò la maga al posto dell’amata Raperonzolo! 

“Sai una cosa?” disse la maga furibonda “per te, ribaldo, Raperonzolo è perduta per sempre!”. 


Il principe, disperato, si gettò giù dalla torre: non morì, ma perse la vista da entrambi gli occhi. 


Triste errò per i boschi nutrendosi solo di erbe e radici e non facendo altro che piangere. 


Alcuni anni più tardi, capitò nello stesso deserto in cui Raperonzolo viveva fra gli stenti con i suoi bambini. La sua voce gli parve nota, e nello stesso istante anch’ella lo riconobbe e lo abbracciò. 


Due lacrime di lei gli inumidirono gli occhi; essi si illuminarono nuovamente, e potè vederci come prima.


La condusse nel suo regno, dove fu riabbracciato con gioia; e vissero ancora a lungo felici e contenti.

Questa è la storia di Raperonzolo dei Fratelli Grimm, ma facendo delle ricerche ho scoperto che già 2 secoli prima Gianbattista Basile ne Lo cunto de li cunti parlava di una certa Prezzemolina, racchiusa in una torre da una strega, e a cui sicuramente i fratelli Grimm si ispirarono.

Nel racconto di Basile la donna incinta penetrava nel giardino di una vecchia strega per rubarle il prezzemolo. Un giorno la strega la scoprì e in cambio della sua vita si fece promettere il bimbo in grembo. La donna promise, pur d'essere lasciata libera ma si dimenticò presto della promessa. 

La bambina nacque e causa di una voglia a forma di prezzemolo venne chiamata Prezzemolina. 



Il tempo passava e Prezzemolina cresceva bella come il sole, la sua carnagione era simile a petali di rosa, i capelli biondi e lunghissimi, che la mamma le pettinava in due grosse trecce, sembravano raggi di sole.

Ma un giorno mentre Prezzemolina, fattasi ormai grande, tornava sola dalla scuola, incontrò l'orca, che le disse:
- Bella bambina, - le disse tutta gentile - vuoi dire a tua madre che si ricordi di quello che mi deve dare?
E Prezzemolina, di ritorno a casa, riferì:
- Mamma, la vecchia che abita qui vicino dice di ricordarti della promessa fatta.

La donna sentì un groppo al cuore e non rispose. 

Intanto l’orca prese ogni giorno l'abitudine di aspettare Prezzemolina e di ripeterle la solita frase. 

Alla fine la fanciulla che non ne poteva più di udire quelle parole, sollecitò la madre:
- Dimmi almeno cosa devo rispondere.

E la mamma, senza pensarci tanto, suggerì:
- Quando la vecchia ti parla di nuovo della promessa, tu rispondile «Prendila quando vuoi».

L'indomani all'orca che l'aspettava per ricordarle ciò che le era dovuto, Prezzemolina rispose come la madre le aveva detto.

La vecchia non se lo fece ripetere due volte, afferrò la fanciulla per i capelli e la portò via con sé. 

Poi la condusse nel bosco e la rinchiuse in una torre altissima senza porte e senza scale; soltanto su, in cima in cima, c'era una finestrella.

Dalla finestrucola Prezzemolina faceva penzolare le magnifiche trecce in modo che l'orca poteva salire sulla torre reggendosi ai capelli, che cadevano per una lunghezza di venti braccia. 

E così quando voleva recarsi da lei la vecchia andava sotto la torre e gridava:

- Prezzemolina, Prezzemolina, gettami le tue treccine.

La fanciulla scioglieva le sue trecce e l'orca saliva su. 

Un giorno capitò che vicino alla torre passasse il figlio di un re. Udì nell'aria una dolcissima canzone e si fermò ad ascoltarla. 

Era Prezzemolina che passava il tempo facendo risuonare la sua voce. 

Il principe alzò gli occhi e da lontano scorse la fanciulla. Voleva raggiungerla; cercò la porta, le scale. Niente.

Ogni giorno perciò si recava nel bosco per poterla ascoltare. 

Una volta, nascosto dietro un albero, sentì l'orca che giunta ai piedi della torre gridava:

- Prezzemolina, Prezzemolina, gettami le tue treccine. 

Vide allora la fanciulla che lasciava cadere lentamente le bionde trecce e la vecchia che vi si arrampicava. 

Quando l'orca se ne fu andata, il giovane corse anch'egli ai piedi della torre e gridò:

- Prezzemolina, Prezzemolina, gettami le tue treccine. 

Subito le trecce vennero giù e in un attimo il principe salì. 

I due giovani si guardarono incantati e il principe poté finalmente esprimerle il suo amore.

- Vuoi essere la mia sposa? - le chiese infine. 

Prezzemolina, vedendolo così giovane e bello, pose le sue mani in quelle di lui e rispose:

- Mi piacerebbe molto venire con te, ma non so come uscire di qui. Ritorna portando ogni volta un pezzo di corda, così annoderò una scala. Quando sarà abbastanza lunga, scenderò e tu mi porterai via sul tuo cavallo bianco.

Decisero di vedersi ogni giorno al calar della sera, quando l'orca andava via. Poi Prezzemolina sciolse di nuovo le sue belle trecce, il principe si arrampicò ad esse e scivolò giù.

Le visite si ripetettero ogni sera e alcune streghe che abitavano nel bosco si insospettirono. Una di esse, la più cattiva, volle avvertire l'orca. 

Andò ad aspettarla ai piedi della torre, le raccontò ciò che accadeva quando lei andava via e poi aggiunse: - Cara orca, sono sicura che i due giovani si preparano alla fuga.

- Ti ringrazio - questa rispose. - Ma Prezzemolina non può fuggire perché è vittima di un incantesimo. Se non entra in possesso di tre ghiande, che sono ben nascoste nel mio orto, non potrà mai allontanarsi dalla torre.

Prezzemolina, dall'alto della finestra, aveva ascoltato ogni cosa. Fece finta di niente. Poi raccontò tutto al principe che, in assenza dell'orca, si recò nell'orto e rubò le tre ghiande.

Quella sera stessa, appena l’orca se ne fu andata, il giovane salì da Prezzemolina, le portò le tre ghiande e l'ultimo pezzo di corda. 

La scala era pronta; egli l'attaccò alla piccola finestra e in un attimo discese con la fanciulla.

Cominciarono a correre attraverso il bosco in groppa al cavallo. 

Ma la strega, che li vide fuggire, corse ad avvertire l'orca. 

Questa, veloce come il vento, inseguì i due giovani; allora Prezzemolina, spaventata, gettò in terra la prima ghianda. Ne uscì fuori un cane bruttissimo con la bocca spalancata, che si avventò contro l’orca. 

Ma la vecchia conosceva tutti gli stratagemmi; si tolse dalla tasca un grosso pezzo di carne e lo scagliò nelle fauci della bestia, che prese a divorarlo lasciandola libera.

L'orca ricominciò a correre dietro ai due innamorati; Prezzemolina lanciò la seconda ghianda. 

Apparve subito un leone feroce che, con un ruggito spaventoso, corse incontro alla vecchia. Anche questa volta l’orca trovò il rimedio: soffiò su un cespuglio che subito prese fuoco. La belva ebbe paura e fuggì via.

Sembrava tutto perduto. 

L'orca era vicinissima ai due giovani, pronta ad afferrarli, quando Prezzemolina gettò a terra l'ultima ghianda. Questa volta ecco venir fuori un lupo, che si buttò sulla vecchia e in un boccone la inghiottì.

Finalmente erano liberi! Il principe condusse la fanciulla nel suo regno dove furono subito celebrate le nozze e da quel momento i due giovani vissero felici e contenti.

*********

Un po' diverse le due storie dalla versione disneyana, vero? 

La versione disneyana ha in comune con queste due storie solo una fanciulla dai capelli lunghissimi rinchiusa in una torre da una vecchia strega. 

Non rimprovero nulla alla Disney, loro hanno tratto liberamente la loro storia e ne è risultata una Rapunzel moderna, simpatica, combattiva e tenace.


A Sofia queste storie piacciono tantissimo, forse la versione dei fratelli Grimm è davvero un po' troppo cruda, ma a 5 anni però mi sembrava giusto farle sapere che dietro a questa storia ci sono le altre storie, ovvero quelle originali, a cui gli ideatori del cartone hanno tratto ispirazione per creare la loro Rapunzel. 

E voi? avete raccontato la versione originale di qualche cartone animato? Quale? 





1 commento:

  1. Sapevo che esistevano altre versioni. Una l'avevo letta in un libro da colorare con la fiaba dei fratelli Grimm molto molto succinta.
    A me e Cucciola il cartone piace moltissimo, credo sia più divertente sicuramente della versione originale di questo racconto poco conosciuto... nemmeno la nonna sapeva dell'esistenza di Raperonzolo..

    RispondiElimina

Il tuo commento è prezioso per me, grazie per aver trovato il tempo per fermarti e condividere il tuo pensiero!

*** Ai post un po' datati ho applicato la moderazione altrimenti, con la testa che mi ritrovo, i commenti rimarrebbero nel limbo!***




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