domenica 25 dicembre 2011

Buon Natale!

Auguri natale 2011 b&w

Che sia un Natale di gioia, allegria e serenità, ma soprattutto un Natale lento, per godere appieno di ogni sorriso, di ogni sguardo e di ogni risata che ci circondano.

Con affetto,

Smile

venerdì 16 dicembre 2011

Mamma, quanto manca a Natale? Una storia al giorno fino a Natale



















"Mamma, quanto manca a Natale?" quante volte ve lo sentite chiedere al giorno? Io almeno un paio!



Anche Orsetto chiede impaziente "Quando arriva Natale?". Per far sembrare più breve l'attesa, al momento andare a nanna, mamma orsa inventa una storiella per ognuno dei ventiquattro giorni che mancano a Natale. 

L'Orsetto si incammina così, assieme all'orsetto Jacopo e ai personaggi dei racconti, lungo la strada che conduce a Betlemme. Una stella cometa guida tutti coloro che vogliono rendere omaggio a Gesù e l'orsetto incontrerà animali e uomini che, come lui, si mettono in viaggio, impazienti di scoprire la magia della bontà, della speranza, della gioia.

In una parola, la gioia del Natale. 

Idee regalo per bambini: giochi originali e creativi [2011]

Dire “regalo originale” vuol dire tutto e niente. 

A volte originale fa rima con: e ora che me ne faccio?

Cercando in rete mi sono imbattuta in cose così stupide che mi sono chiesta quanti neuroni hanno utilizzato le persone che le hanno inventate. Cose così stupide che possono essere messe direttamente in cantina proprio per aver la cortesia di non aprire subito la pattumiera e gettarle dentro.

Fortunatamente cose del genere ne ho ricevute poche.

Ma torniamo al tema del discorso.

Io per originale intendo “diverso” dal solito regalo che si può trovare sulla corsia del reparto giochi del supermercato, un regalo che susciti interesse anche oltre i primi 10 minuti dopo aver scartato il pacco, un regalo che stimoli la fantasia e la creatività del bambino, che sia bello esteticamente e che regali ogni volta nuove emozioni.

Queste sono alcuni dei giochi in cui mi sono imbattuta, e che mi sono piaciuti, cercando i regali di Natale per Emma e Sofia.


Giochi adatti per bambini dai 18 mesi

Per i più piccoli mi sono innamorata di questi giochi di legno a calamita:

Questo puzzle magnetico della Janod aiuta a sviluppare il senso dell'associazione. Mi piace anche perchè ha una pratica impugnatura per portarlo sempre con sè. 


lunedì 28 novembre 2011

! SFOGO !

Da quando ho ricominciato a lavorare a 6 ore il tempo mi è nemico. Come per le prime settimane dopo il rientro al lavoro (a 4 ore) mi ci è voluto un po’ per assestarmi, ora devo ritarare tutto alle 6 ore, ritrovare gli equilibri tra le esigenze familiari e le mie.

Si perché non voglio mettermi da parte.

Arrivo a sera, ultimamente, così frustrata che mi verrebbe da piangere.

Arrivo a sera colma di una stanchezza triste e arrabbiata, una stanchezza fatta di niente, perché mi sembra, alla fine della giornata, di non aver combinato nulla, nulla di bello, nulla di unico, nulla di dolce.

Poi se guardo bene anche questo non è vero, riesco a passare del tempo con le bimbe (e non è da dare per scontato), giochiamo, leggiamo, ci raccontiamo, ci coccoliamo. E lo so che già questo è tanto, è molto, molte di voi tornano dal lavoro alle 7 alle 8, il tempo di sedersi a tavola e di dirsi buona notte. Io no, io riesco a stare un po’ con loro al pomeriggio, e per questo mi ritengo fortunata e ringrazio.

Quello di cui ho estremo bisogno, ORA, è trovare il tempo per ME, per i miei hobby, per imparare cose nuove, per approfondire e migliorare quello che già un po’ so, per sedermi anche 5 min. al pc e riuscire anche a rispondere ai vostri commenti, e ne soffro, molto. Lo ammetto. Quello che vedo in questo periodo sono infinite pile di panni da stirare e infinite pile di panni da lavare. Mi pesa anche fare da mangiare perché se faccio qualcosa di decente devo poi pulire e lavare per almeno 1 ora e mezza. E fremo, perché potrei, vorrei fare dell’altro.

Sto castrando la mia parte creativa e ho un magone dentro che mi verrebbe da urlarlo ai 4 venti.

Lo so, ce la posso fare, ma so anche che devo anche toccare il fondo per poi ritornare a galla.

E sfogarmi su questo blog mi fa bene, mi fa ritrovare la prospettiva, mi fa ridefinire le priorità e buttar giù una planning list fattibile e non da “vorrei fare la luna”.

Ma vi capita mai? E voi cosa fate quando vi sentite così?

venerdì 18 novembre 2011

IL GRANDE LIBRO DELLA NOTTE - Mauri Kunnas



Un altro giorno è finito ed è ora di dormire. Annina, Mimmi e Martino, mamma e papà, i nonni, gli amici e i vicini di casa, tutti stanno andando a letto.

«Mi piacerebbe sapere se c'è qualcuno che rimane sveglio di notte» si chiede Mimmi.

E così il bambino scopre pian piano cosa succede di notte, quando lui dorme.

Di notte la città è in fermento, le piste da ballo sono aperte, i cinema danno spettacoli fino a notte tarda, si svolgono i trasporti eccezionali e i lavori che disturberebbero il traffico durante il giorno. Ma soprattutto di notte lavorano tante persone: i giornalisti, i panettieri, i camionisti, gli infermieri, i postini, i guardiani notturni... un intero mondo "nascosto", divertente e poetico, si dipana davanti ai nostri occhi, meravigliati e incuriositi.


Anche i libri di Kunnas (come quelli di Richard Scarry) sono ricchi di particolari buffi e divertenti che stimolano la curiosità e lo spirito d’osservazione del bambino.


Chi è Carletto Capretto e cosa fa in giro di notte? Giocate a scovare Carletto capretto in ogni pagina, il divertimento è assicurato!


Il grande libro della notte è il libro perfetto come lettura della buonanotte. Adatto ai bambini dai 3 anni.

*********
Con questo post partecipo ai Venerdì del Libro di Homemademamma.

La lista delle altre partecipanti la trovate qui.


Buon weekend a tutti!!!









venerdì 11 novembre 2011

Piccolo Canguro - Guido Van Genechten

Piccolo canguro ormai è grandicello ma non ne vuole sapere di abbandonare il marsupio della sua mamma. Lei ormai non ce la fa più a portarlo in giro, ha davvero il mal di schiena!, e cerca in tutti i modi di invogliare Piccolo Canguro ad uscire ad esplorare il mondo: ma a lui non interessano né gli uccellini, né gli elefanti né le zebre. Lui vuole stare solo nel caldo, morbido e sicuro marsupio della sua mamma.



Finchè un giorno, quasi un miracolo per la sua mamma, vede qualcosa che lo incanta e lo sbalordisce e finalmente si decide a saltar fuori. Che sarà mai?



Dedicato a "tutti i bambini che dovrebbero cominciare a staccarsi dalla mamma, e a tutte le mamme che vorrebbero che i loro piccoli cominciassero a farlo".

Lettura consigliata a partire dai 2 anni, ma amato anche dai bimbi più grandicelli. Sofia lo adora!

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Homemadamamma.

La lista degli altri partecipanti la trovate qui.



giovedì 10 novembre 2011

1 anno

DSC_0139


A te, amore mio, che hai un sorriso per tutti


A te, patatina mia, che finito di mangiare fai l’aspirapolvere sotto al tavolo,


A te, piccola furbacchiona, che ti nascondi dietro alla cucinetta o dietro le tende, dritta, dritta attaccata al muro, per poi poi fare TAAAA e farci prendere paura


A te, piccola arrampicatrice di mobili e tavolini e sedie


A te, piccola esploratrice, che ami rovistare dentro i mobiletti

A te, piccola buongustaia, che adori schiacciare i mandarini e giochi per minuti con le bucce

A te, gelosona mia, che quando abbraccio e coccolo Sofia protesti e mi guardi con i tuoi occhioni blu supplicanti “prendi in braccio anche me”.


A te, piccola scorpioncina, che quando ti si dice NO a qualcosa ti butti per terra, ti chiudi a libro e inizi la tua protesta


A te, che ogni giorno instancabile percorri chilometri su chilometri su e giù per la casa


A te, scricciola mia, che adori la tua sorellona e ridi di gusto quando giocate a rincorrervi


A te, coccolona mia, che i baci te li prendi tutti e anzi ancora di più


A te, mia dolce Emma, che al weekend ti svegli presto, prestissimo, ma usiamo quell’ora di sonno perso (argh!) per coccolarci e giocare, solo tu e io, io e te

A te, mio piccolo raggio si sole, auguro con tutto il mio amore buon primo compleanno




venerdì 4 novembre 2011

In giro per il mondo - Richard Scarry

Sofia: “Dov’è ora la zia Lara?”
Mamma: “E' qui, in Australia”

Sofia: “E lo zio Alberto dov’è stato in America?”
Mamma: “E’ stato qui, a San Francisco”
Sofia: “E la zia Ale dov’è che è andata in vacanza?”
Mamma: “A Parigi. Eccola qui, dove c'è la Tour Eiffel”

Mamma: "E questa è l’India, dove sei già stata, in pancia della mamma.
Qui c’è Rodi, dove siamo andati l’anno scorso e qui è dove siamo stati in camper, mentre questa è l’isoletta dove siamo stati quando avevi appena compiuto un anno."



Il libro di Richard Scarry In giro per il mondo da un mese in qua è ufficialmente il nostro libro della nanna e tutte le sere ormai le sue storie ci accompagnano in giro per il mondo e ci danno spunto per parlare dei viaggi nostri e dei nostri amici.

Storie molto brevi, tutte buffe e divertenti, a volte contraddistinte da un umorismo very British.

I personaggi di Richard Scarry vivono carambolesche avventure ambientate, appunto, in giro per il mondo e una cartina geografica posta all’inizio e alla fine del libro aiuta a capire dove sono collocate, per incominciare a conoscere il mondo e imparare, ridendo, la geografia.

Non solo, ogni storia fornisce il pretesto per parlare delle usanze o dei monumenti famosi del Paese in cui è ambientata. Perciò troviamo una mummia nel sarcofago in Egitto, il gondoliere Mario e la sua gondola a Venezia,  caproni e mucche in Svizzera, le dighe in Olanda, la Tour Eiffel a Parigi, la Regina a Londra, i canguri e i koala in Australia ecc.

Le bellissime e caratteristiche illustrazioni di Richard Scarry sono, come sempre, ricche di particolari, alcuni buffi, altri curiosi e invitano il giovane lettore a soffermarsi per scovare i dettagli più divertenti (macchine capovolte o parcheggiate sopra un’altra macchina, personaggi dalle facce strane).

Un libro che ho regalato e continuerò a regalare perché davvero divertente, ironico e istruttivo! 


In giro per il mondo
Richard Scarry 
Adatto a partire dai 3 anni.


**********

Con questo post partecipo ai Venerdì del libro di Homemademamma.

L’elenco dei partecipanti lo trovate qui.
Buon weekend a tutti!

venerdì 28 ottobre 2011

I Vent'anni di Luz - Elsa Osorio


Luz, una ragazza di 20 anni, ha appena avuto un figlio e questo evento la riporta ad interessarsi alla sua infanzia. Il rapporto burrascoso con la madre, la sua evasività quando Luz le chiede di raccontarle i suoi primi mesi di vita, parole strane, le destano il sospetto di non essere la vera figlia di quelli che lei ha considerato i suoi genitori per 20 anni.

Luz inizia a fare delle ricerche e per completare la ricostruzione del quadro vola da Buenos Aires a Madrid, dove incontra Carlos. Attraverso il colloquio con l’uomo che si rivelerà il suo vero padre, Luz ripercorre la sua storia personale e la storia dell’Argentina.

mercoledì 26 ottobre 2011

Vinci un annuncio nascita - 1 BLOG CANDY di Una Mamma per Fotografa!

Assieme alla mia passione per la fotografia di neonati e pancione sta crescendo anche la mia passione per tutto il design che ci ruota attorno e mi sono innamorata degli annunci nascita.

Questo è quello che ho fatto ora, per diletto, per Emma. 






Ovvio, non posso più utilizzarlo, effettivamente sarebbe un po' tardino, l'ho fatto solo per esercitarmi con i layers di Photoshop, ma poi ho pensato: perchè non regalarlo ad una di voi in dolce attesa (per es. PolepoleEster) o che ha appena avuto un bimbo (Mamma C.Veroal100%, è nata Sofia Luce?)?

Quindi, mammine e future mammine, cosa aspettate? 


Partecipate al primo Blog Candy di Una Mamma per Fotografa!

E non dimenticate, condividete e spargete la voce! :-)

lunedì 24 ottobre 2011

La nostra zucca di Halloween

Non avevo mai comprato una zucca di Halloween, ma la settimana scorsa al supermercato le ho viste e non c'ho pensato su due volte. 

E' stata quindi la prima volta che l'ho intagliata ed è stato molto più facile e veloce del previsto. 

Abbiamo seguito queste istruzionisemplicissime, ed ecco qui la nostra zucca: 

Prima:


zucca halloween 1


e dopo: 


zucca halloween 2

Spaventosa, vero?! ;-) 


E voi, avete già preparato qualcosa per Halloween? 

venerdì 21 ottobre 2011

La mia Australia - Sally Morgan

Intorno agli anni trenta in Australia gli aborigeni sopravissuti alla colonizzazione europea vennero raggruppati ai confini delle città e all’interno di riserve o missioni. Il Dipartimento per gli Affari Aborigeni inoltre presentò una proposta di legge che prevedeva l’assorbimento dei "mezzo sangue", anche se solo vi era il sospetto che il padre non fosse aborigeno, all’interno della comunità bianca. Tra il 1910 e il 1970 migliaia di bambini aborigeni furono sottratti alle loro famiglie d’origine dalla polizia o dagli assistenti sociali, per essere inseriti in istituti di accoglienza o a all’interno di famiglie adottive bianche.

Lo scopo di questa precisa politica di assimilazione del Governo statale era che gli aborigeni perdessero le loro radici e si abituassero gradualmente, facendolo proprio, allo stile di vita europeo, affinché la razza aborigena scomparisse nell’arco di due generazioni.

Molti di questi bambini, conosciuti come le "generazioni rubate" (stolen generations), non avevano neppure 5 anni; la maggior parte non ha mai saputo nulla delle sue vere origini, pochi le hanno scoperte solo molto tardi, quando ormai ogni parente o altro legame con il passato non era più rintracciabile.

L’impatto della separazione ha avuto profonde conseguenze, oltre che sui bambini – che crescendo soffrivano spesso di insicurezza, depressione, sfiducia, con conseguente abuso di alcool e droghe – anche sulla comunità aborigena generando sentimenti di rabbia, impotenza e profonda diffidenza nei confronti del Governo, della polizia e dei funzionari statali.


 
Il romanzo La mia Australia di Sally Morgan dà per la prima volta in Australia testimonianza alla voce aborigena, raccontando le vicende della sua famiglia e quella del suo popolo.

mercoledì 19 ottobre 2011

Coppetta al mascarpone

coppetta mascarpone

Per il mio compleanno non mi sentivo ispirata a far torte. Così ho rispolverato il mio cavallo di battaglia, sicura che avrei deliziato in ogni caso i palati dei miei invitati.


La coppetta di crema al mascarpone è un dessert di facile e veloce realizzazione con il quale ho sempre avuto un gran successo.

martedì 18 ottobre 2011

Un bellissimo regalo


berrettino Emma



Un regalo fatto a mano racchiude in sè il tempo prezioso dedicato alla scelta del materiale, porta con sé il calore e la cura del confezionamento, l’amore e l’attenzione dei particolari che solo un oggetto handmade ha.

Per questo ringrazio di cuore mia cugina per il bellissimo berrettino che ha creato per Emma.

Non è stupendo?

Avete già visto altre cose create da lei, questo berrettino di Sofia o tutto il completo del battesimo di Emma.

Ha davvero le mani d’oro!

Ora potete vedere le sue creazioni anche nel suo blog Cosa bolle in pentola?, che ha aperto da poco e per questo le do un caloroso BENVENUTO nella blogsfera!

venerdì 14 ottobre 2011

Nel paese delle pulcette

Il Paese delle pulcette è un vecchio materasso in fondo al giardino. Ognuna abita nel suo buchino e non si sono mai incontrate.



Un giorno la pulcetta Grassa decide di dare una festa per il suo compleanno. Ha preparato delle deliziose torte alla polvere di materasso e la musica per ballare. Si sa, alle pulcette piace tanto saltare e ballare! Lei è bianca e grassa e crede che tutte le pulcette siano uguali a lei.

Che sopresa per la pulcetta grassa quando si trova davanti tante pulcette tutte diverse, una multicolore, l'altra con le zampe lunghe lunghe, una con gli occhi grandi l'altra magretta come un chiodo.


La pulcetta Grassa chiede alla Pulcetta Magra che le sta giusto difronte “perché tu sei così magra?” dando il via, così, ad una serie di domande a catena "sui perchè" di tanta diversità: ogni pulcetta chiede alla compagna vicino una spiegazione sulla propria diverità, fino a quando la domanda tocca a Pulcetta Grassa, "E tu allora, perché sei grassa come un ippopotamo?” le chiede la vicina.

Senza rendersi conto di essere stata proprio lei ad innescare tutto quel domandarsi reciproco, la Pulcetta grassa risponde semplicemente che non cè un motivo, lei è nata così, un pò grassotella tutto qui. Una conclusione semplice che vale per tutti, anche per le pulci.

Chiarita la situazione le pulcette possono divertirsi e festeggiare tutte insieme!

Una bella favola sulla diversità che ci circonda e sulla tolleranza raccontata in modo semplice e molto divertente!





La bellezza e l'originalità di questo libro è sta nella tecnica che Beatrice Alemagna ha sperimentato in questo suo primo lavoro con Phaidon.


Grazie all’utilizzo di collage, coniugato con materiali quali il tessuto e gli inserti (viene spontaneo toccare le varie parti da quanto reali sembrano), l'autrice ha reso perfettamente l'idea dell'ambiente "peloso" in cui vivono le pulcette, evocando l'atmosfera ovattata tipica del materasso.

Con questo post partecipo ai Venerdì del libro di Homemademamma.

La lista delle altre partecipanti la trovate qui.

martedì 11 ottobre 2011

11 mesi

Emma_0235.web

Cara piccola dolce Emma dagli occhioni blu,

ieri hai compiuto 11 mesi e hai all'attivo 2 dentini e 2 puntine appena spuntate.

Porta pazienza, lo so, i dentini fanno tanto male, speriamo che questa tortura finisca presto, sia per te ma anche per me. Alzarsi X volte durante la notte non è ancora diventato sport nazionale e io non ci tengo a batter nessun record.

Adori camminare, con un piccolo aiuto, ovvio, anche se proprio oggi hai fatti i primi passi da sola, gattonare non ti piace poi tanto, vorresti camminare sempre o ovunque. credo che quando camminerai da sola sarai una bella gattina da pelare perchè per te la cosa più divertente è fare la scale, appena le vedi ti lanci per andare su e giù, un piedino dopo l'altro, e sei la bimbetta più felice del mondo.

Sei testarda, (ma non erano gli arietini ad essere testardi? lo sono anche gli scorpioncini? mah!), se non si fa come vuoi tu ti butti all'indietro e batti le gambe. chiamiamoli, ahimè, primi capricci... ma si fa anche presto, per ora, a distrarti e farti ridere.

Se non vuoi mangiare o fare qualcosa scuoti la testa facendo ben capire il tuo NO, e se dici No è No!

Al nido vai volentieri, l'inserimento è stato facile e indolore, le maestre ti adorano e ti chiamano pagliaccetta per la tua simpatia. Al mattino mi guardi andare via con gli occhi sorridenti e io scappo al lavoro serena e tranquilla, so che lì ti trovi bene, sei coccolata e seguita.

Ti piace anche suonare il pianoforte. Strimpelli i tasti tutti assieme facendo una bella baraonda, ops, una sinfonia dodecafonica, e poi con il pollice premi un tasto con delicatezza inaudita e sembra tu stia ascoltando e memorizzando proprio quella nota, per non parlare di quando usi solo il mignolino. Rimaniamo tutti incantati a guardarti mentre sei lì seduta e mai se da grande farai la pianista potrò dire "fin da piccina ha avuto questa passione"!

Indichi le cose con il ditino, io ti dico il nome e tu rispondi un "ah" interessato, ma sul piano linguaggio siamo ancora un po' indietro. Lalli mamamamamma, papapapapa, tatatatatata, ma forse l'unica parolina di senso compiuto è tita (=Chicca). Vabbè, non ho fretta anche perchè so cosa significa poi essere chiamata continuamente in causa.

Sei coccolona, ridi se Sofia ti fa gli scherzetti, ti metti le manine davanti al viso e quando le togli urli "DAAAAAAA" e ridi. Cominci a essere timida e se incontriamo qualcuno che conosci sorridi, abbassi gli occhi e ti nascondi.

Ti piace stare con gli altri bambini, quando vedi che andiamo ai giardinetti ti agiti tutta dalla felicità e io ti riempio di baci.

E' possibile fermare il tempo? a volte mi piacerebbe ma poi ... anche no, sono troppo curiosa di vedere come diventerai, se ti piacerà il giallo oppure il verde, se ti piacerà il cioccolato o la fragola o se preferirai la pasta in bianco o con il pomodoro...

Ti voglio un mondo di bene, piccolo amore mio,

la tua mamma

venerdì 7 ottobre 2011

Mamma cannibale



Lo confesso, sono una mamma cannibile. Adoro smangiucchiare, mordicchiare e baciare le cosciotte burrose e le guanciottone di Emma

E voi? Quante volte avete ripetuto o ripetete ai vostri figli, per gioco, adesso ti mangio?
Io lo dico a Emma almeno 10 volte al giorno (gattonando le dico "scappa che ti mangio un piedino" e lei corre via ridendo come una pazza) e a Sofia, che ormai è grande, sicuramente un paio (uno dei giochi preferiti fin da piccina è fare finta di fare la pizza sulla sua pancia impastando prima tutti gli ingredienditi, "assaggiando" qualche pezzettino per sentire se il sale è a posto, stendondo la pasta per poi guarnirla con pomodoro mozzarella e altri ingredienti a piacere ecc, e nel momento di infornarla lei dice che è una bambina e non una pizza e io cado dalle nuvole, provate anche voi, il divertimento è assicurato).

giovedì 6 ottobre 2011

Steve Jobs

In casa abbiamo un iPhone, un iMac e un iPod.

Quando posso uso l’iPad di mio fratello.

Non è per vantarmi di quello che ho, è solo per dire invece che Steve Jobs, o quello che lui ha inventato, è molto presente nella mia vita. Oggi per me è un giorno molto triste e ogni volta che mi siederò al mio Mac mi ricorderò di lui e del suo amore per il suo lavoro e per la Vita.

Il mondo ha perso una grande mente, un grande uomo.

Ciao Steve!


**********

Questo è il video del celeberrimo discorso di Steve Jobs all’università di Stanford nel 2005, l’università che fu costretto a lasciare perché non aveva soldi a sufficienza per permettersi i corsi che frequentava. Sono parole che passeranno allo storia, che danno prova della sua straordinaria determinazione. Parole che sembrano essere rivolte a me e che mi toccano nel profondo.

Non c'entra niente con la Apple in sè e per sè ma è una bellissima testimonianza del suo coraggio di vivere. Prendetevi del tempo per vederlo, magari stasera, con calma, ne vale davvero la pena.




Questo è il testo del discorso nel caso in cui vogliate rileggere le sue parole:

Sono onorato di essere qui con voi oggi, nel giorno della vostra laurea presso una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. A dir la verità, questa è l’occasione in cui mi sono di più avvicinato ad un conferimento di titolo accademico. Oggi voglio raccontarvi tre episodi della mia vita.

Tutto qui, nulla di speciale. Solo tre storie.

La prima storia parla di “unire i puntini”.
Ho abbandonato gli studi al Reed College dopo sei mesi, ma vi sono rimasto come imbucato per altri diciotto mesi, prima di lasciarlo definitivamente. Allora perchè ho smesso?Tutto è cominciato prima che io nascessi. La mia madre biologica era laureanda ma ragazza-madre, decise perciò di darmi in adozione. Desiderava ardentemente che io fossi adottato da laureati, così tutto fu approntato affinché ciò avvenisse alla mia nascita da parte di un avvocato e di sua moglie. All’ultimo minuto, appena nato, questi ultimi decisero che avrebbero preferito una femminuccia. Così quelli che poi sarebbero diventati i miei “veri” genitori, che allora si trovavano in una lista d’attesa per l’adozione, furono chiamati nel bel mezzo della notte e venne chiesto loro: “Abbiamo un bimbo, un maschietto, ‘non previsto’; volete adottarlo?”. Risposero: “Certamente”. La mia madre biologica venne a sapere successivamente che mia mamma non aveva mai ottenuto la laurea e che mio padre non si era mai diplomato: per questo si rifiutò di firmare i documenti definitivi per l’adozione. Tornò sulla sua decisione solo qualche mese dopo, quando i miei genitori adottivi le promisero che un giorno sarei andato all’università.
Infine, diciassette anni dopo ci andai. Ingenuamente scelsi un’università che era costosa quanto Stanford, così tutti i risparmi dei miei genitori sarebbero stati spesi per la mia istruzione accademica. Dopo sei mesi, non riuscivo a comprenderne il valore: non avevo idea di cosa avrei fatto nella mia vita e non avevo idea di come l’università mi avrebbe aiutato a scoprirlo. Inoltre, come ho detto, stavo spendendo i soldi che i miei genitori avevano risparmiato per tutta la vita, così decisi di abbandonare, avendo fiducia che tutto sarebbe andato bene lo stesso. OK, ero piuttosto terrorizzato all’epoca, ma guardandomi indietro credo sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell’istante in cui abbandonai potei smettere di assistere alle lezioni obbligatorie e cominciai a seguire quelle che mi sembravano interessanti.
Non era tutto così romantico al tempo. Non avevo una stanza nel dormitorio, perciò dormivo sul pavimento delle camere dei miei amici; portavo indietro i vuoti delle bottiglie di coca-cola per raccogliere quei cinque cent di deposito che mi avrebbero permesso di comprarmi da mangiare; ogni domenica camminavo per sette miglia attraverso la città per avere l’unico pasto decente nella settimana presso il tempio Hare Krishna. Ma mi piaceva. Gran parte delle cose che trovai sulla mia strada per caso o grazie all’intuizione in quel periodo si sono rivelate inestimabili più avanti. Lasciate che vi faccia un esempio:
il Reed College a quel tempo offriva probabilmente i migliori corsi di calligrafia del paese. Nel campus ogni poster, ogni etichetta su ogni cassetto, erano scritti in splendida calligrafia. Siccome avevo abbandonato i miei studi ‘ufficiali’e pertanto non dovevo seguire le classi da piano studi, decisi di seguire un corso di calligrafia per imparare come riprodurre quanto di bello visto là attorno. Ho imparato dei caratteri serif e sans serif, a come variare la spaziatura tra differenti combinazioni di lettere, e che cosa rende la migliore tipografia così grande. Era bellissimo, antico e così artisticamente delicato che la scienza non avrebbe potuto ‘catturarlo’, e trovavo ciò affascinante.
Nulla di tutto questo sembrava avere speranza di applicazione pratica nella mia vita, ma dieci anni dopo, quando stavamo progettando il primo computer Machintosh, mi tornò utile. Progettammo così il Mac: era il primo computer dalla bella tipografia. Se non avessi abbandonato gli studi, il Mac non avrebbe avuto multipli caratteri e font spazialmente proporzionate. E se Windows non avesse copiato il Mac, nessun personal computer ora le avrebbe. Se non avessi abbandonato, se non fossi incappato in quel corso di calligrafia, i computer oggi non avrebbero quella splendida tipografia che ora possiedono. Certamente non era possibile all’epoca ‘unire i puntini’e avere un quadro di cosa sarebbe successo, ma tutto diventò molto chiaro guardandosi alle spalle dieci anni dopo.
Vi ripeto, non potete sperare di unire i puntini guardando avanti, potete farlo solo guardandovi alle spalle: dovete quindi avere fiducia che, nel futuro, i puntini che ora vi paiono senza senso possano in qualche modo unirsi nel futuro. Dovete credere in qualcosa: il vostro ombelico, il vostro karma, la vostra vita, il vostro destino, chiamatelo come volete… questo approccio non mi ha mai lasciato a terra, e ha fatto la differenza nella mia vita.

La mia seconda storia parla di amore e di perdita.

Fui molto fortunato – ho trovato cosa mi piacesse fare nella vita piuttosto in fretta. Io e Woz fondammo la Apple nel garage dei miei genitori quando avevo appena vent’anni. Abbiamo lavorato duro, e in dieci anni Apple è cresciuta da noi due soli in un garage sino ad una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. Avevamo appena rilasciato la nostra migliore creazione – il Macintosh – un anno prima, e avevo appena compiuto trent’anni… quando venni licenziato. Come può una persona essere licenziata da una Società che ha fondato? Beh, quando Apple si sviluppò assumemmo una persona – che pensavamo fosse di grande talento – per dirigere la compagnia con me, e per il primo anno le cose andarono bene. In seguito però le nostre visioni sul futuro cominciarono a divergere finché non ci scontrammo. Quando successe, il nostro Consiglio di Amministrazione si schierò con lui. Così a trent’anni ero a spasso. E in maniera plateale. Ciò che aveva focalizzato la mia intera vita adulta non c’era più, e tutto questo fu devastante.
Non avevo la benché minima idea di cosa avrei fatto, per qualche mese. Sentivo di aver tradito la precedente generazione di imprenditori, che avevo lasciato cadere il testimone che mi era stato passato. Mi incontrai con David Packard e Bob Noyce e provai a scusarmi per aver mandato all’aria tutto così malamente: era stato un vero fallimento pubblico, e arrivai addirittura a pensare di andarmene dalla Silicon Valley. Ma qualcosa cominciò a farsi strada dentro me: amavo ancora quello che avevo fatto, e ciò che era successo alla Apple non aveva cambiato questo di un nulla. Ero stato rifiutato, ma ero ancora innamorato. Così decisi di ricominciare.
Non potevo accorgermene allora, ma venne fuori che essere licenziato dalla Apple era la cosa migliore che mi sarebbe potuta capitare. La pesantezza del successo fu sostituita dalla soavità di essere di nuovo un iniziatore, mi rese libero di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita.
Nei cinque anni successivi fondai una Società chiamata NeXT, un’altra chiamata Pixar, e mi innamorai di una splendida ragazza che sarebbe diventata mia moglie. La Pixar produsse il primo film di animazione interamente creato al computer, Toy Story, ed è ora lo studio di animazione di maggior successo nel mondo. In una mirabile successione di accadimenti, Apple comprò NeXT, ritornai in Apple e la tecnologia che sviluppammo alla NeXT è nel cuore dell’attuale rinascimento di Apple. E io e Laurene abbiamo una splendida famiglia insieme.
Sono abbastanza sicuro che niente di tutto questo mi sarebbe accaduto se non fossi stato licenziato dalla Apple. Fu una medicina con un saporaccio, ma presumo che ‘il paziente’ne avesse bisogno. Ogni tanto la vita vi colpisce sulla testa con un mattone. Non perdete la fiducia, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha aiutato ad andare avanti sia stato l’amore per ciò che facevo. Dovete trovare le vostre passioni, e questo è vero tanto per il/la vostro/a findanzato/a che per il vostro lavoro. Il vostro lavoro occuperà una parte rilevante delle vostre vite, e l’unico modo per esserne davvero soddisfatti sarà fare un gran bel lavoro. E l’unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate. Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare, non fermatevi, come capita per le faccende di cuore, saprete di averlo trovato non appena ce l’avrete davanti. E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continuate a cercare finché non lo trovate. Non accontentatevi.

La mia terza storia parla della morte.

Quando avevo diciassette anni, ho letto una citazione che recitava: “Se vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, uno di questi c’avrai azzeccato”. Mi fece una gran impressione, e da quel momento, per i successivi trentatrè anni, mi sono guardato allo specchio ogni giorno e mi sono chiesto: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni volta che la risposta era “No” per troppi giorni consecutivi, sapevo di dover cambiare qualcosa.
Ricordare che sarei morto presto è stato lo strumento più utile che abbia mai trovato per aiutarmi nel fare le scelte importanti nella vita. Perché quasi tutto – tutte le aspettative esteriori, l’orgoglio, la paura e l’imbarazzo per il fallimento – sono cose che scivolano via di fronte alla morte, lasciando solamente ciò che è davvero importante. Ricordarvi che state per morire è il miglior modo per evitare la trappola rappresentata dalla convinzione che abbiate qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione perché non seguiate il vostro cuore.
Un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Effettuai una scansione alle sette e trenta del mattino, e mostrava chiaramente un tumore nel mio pancreas. Fino ad allora non sapevo nemmeno cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che con ogni probabilità era un tipo di cancro incurabile, e avevo un’aspettativa di vita non superiore ai tre-sei mesi. Il mio dottore mi consigliò di tornare a casa ‘a sistemare i miei affari’, che è un modo per i medici di dirti di prepararti a morire. Significa che devi cercare di dire ai tuoi figli tutto quello che avresti potuto nei successivi dieci anni in pochi mesi. Significa che devi fare in modo che tutto sia a posto, così da rendere la cosa più semplice per la tua famiglia. Significa che devi pronunciare i tuoi ‘addio’.
Ho vissuto con quella spada di Damocle per tutto il giorno. In seguito quella sera ho fatto una biopsia, dove mi infilarono una sonda nella gola, attraverso il mio stomaco fin dentro l’intestino, inserirono una sonda nel pancreas e prelevarono alcune cellule del tumore. Ero in anestesia totale, ma mia moglie, che era lì, mi disse che quando videro le cellule al microscopio, i dottori cominciarono a gridare perché venne fuori che si trattava una forma molto rara di cancro curabile attraverso la chirurgia. Così mi sono operato e ora sto bene.
Questa è stata la volta in cui mi sono trovato più vicino alla morte, e spero lo sia per molti decenni ancora. Essendoci passato, posso dirvi ora qualcosa con maggiore certezza rispetto a quando la morte per me era solo un puro concetto intellettuale:
Nessuno vuole morire. Anche le persone che desiderano andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E nonostante tutto la morte rappresenta l’unica destinazione che noi tutti condividiamo, nessuno è mai sfuggito ad essa. Questo perché è come dovrebbe essere: la Morte è la migliore invenzione della Vita. E’ l’agente di cambio della Vita: fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo. Ora come ora ‘il nuovo’ siete voi, ma un giorno non troppo lontano da oggi, gradualmente diventerete ‘il vecchio’e sarete messi da parte. Mi dispiace essere così drammatico, ma è pressappoco la verità.
Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun’altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porteranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel conoscere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario.
Quando ero giovane, c’era una pubblicazione splendida che si chiamava The whole Earth catalog, che è stata una delle bibbie della mia generazione. Fu creata da Steward Brand, non molto distante da qui, a Menlo Park, e costui apportò ad essa il suo senso poetico della vita. Era la fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer, ed era fatto tutto con le macchine da scrivere, le forbici e le fotocamere polaroid: era una specie di Google formato volume, trentacinque anni prima che Google venisse fuori. Era idealista, e pieno di concetti chiari e nozioni speciali.
Steward e il suo team pubblicarono diversi numeri di The whole Earth catalog, e quando concluse il suo tempo, fecero uscire il numero finale. Era la metà degli anni Settanta e io avevo pressappoco la vostra età. Nella quarta di copertina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna nel primo mattino, del tipo che potete trovare facendo autostop se siete dei tipi così avventurosi. Sotto, le seguenti parole: “Siate affamati. Siate folli”. Era il loro addio, e ho sperato sempre questo per me. Ora, nel giorno della vostra laurea, pronti nel cominciare una nuova avventura, auguro questo a voi.

Siate affamati. Siate folli.

Steve Jobs 1955-2011





LinkWithin

Related Posts with Thumbnails