sabato 16 marzo 2013

Lapidarium - In viaggio tra i frammenti della storia - Ryszard Kapuscinski

... Viaggi, letture, riflessioni: le tre fonti cui attingo quando scrivo e che mi offrono il materiale. Mi aiutano inoltre la pratica sporadica della poesia e la fotografia.

La prima fonte è quindi il viaggio, visto come esplorazione, scoperta, sforzo d'indagine. Il viaggio come ricerca di verità, non di distensione. Voglio avvicinarmi alla realtà incontrata. Vederla, conoscerla, capirla. Si tratta di un'occupazione che esige concentrazione continua e, al tempo stesso, continua apertura, per poter assorbire, vivere, ricordare la maggior quantità di cose possibile.

La seconda fonte sono le vaste e continue letture. se vogliamo dare ai nostri testi un taglio cubista, dobbiamo ampliare il punto di vista, guardando le cose sotto nuove luci e prospettive. Per questo faccio molte citazioni: mi preme che risuonino anche altre voci, che vengono espressi altri giudizi e altre opinioni. Ovviamente lo studio della letteratura sull'argomento in questione risulta molto utile sotto molti aspetti. Tanto per dirne uno: certe volte crediamo di aver scoperto qualcosa nel corso di un viaggio. Poi, leggendo, ci accorgiamo che quell'idea era già venuta a qualcun altro prima di noi! Allora bisogna cambiare direzione per non essere ripetitivi e non scrivere banalità. 

Infine la terza fonte, collegata alle due precedenti: la riflessione. Attraverso le mie esperienze da viaggiatore e lettore cerco di definire il mio punto di vista, di annotare i pensieri che mi vengono in mente, meditare sulle impressioni raccolte, riordinare le idee. 

Queste alcune righe tratte da Lapidarium, In viaggio tra i frammenti della storia di Ryszard Kapuscinski, uno più grandi reporter dei nostri tempi (assieme al grandissimo T. Terzani) e scrittore polacco, corrispondente estero - in Africa, Iraq, America Latina e ovunque nel mondo ci fosse una rivoluzione da raccontare - fino al 1981 dell'agenzia di stampa PAP e autore di numerosi libri-reportage che lo hanno reso famoso in tutto il mondo. (In Negus. Splendori e miserie di un autocrate (1983), La prima guerra del football - e altre guerre tra poveri (1990) Imperium (1994), Ebano (2000) e Shah-in-Shah (2001).

Lapidarium però è un libro che non può essere riassunto proprio per la sua natura frammentata.



E' un collage di appunti che spaziano dalle pagine di diario (dal ricordo alla città natale Prinsk all'immagine dello zoo di AbuDhabi), alle riflessioni sul difficile ruolo dello scrittore in un mondo di cambiamenti repentini e radicali (Ormai non si scrivono più libri. Tutti vogliono scrivere un best seller), dall'analisi politico-economica di avvenimenti recenti (che spazia dalla questione polacca a quella del Terzo Mondo), ai resoconti degli incontri con artisti e intellettuali - ma anche con la vicina di casa - dalla critica dei libri di ieri e oggi alla sua esperienza di reporter dei poveri (Il tema della mia vita sono i poveri). 

Le sue sono annotazioni chiare, acute e ironiche caratterizzate da un linguaggio essenziale e tagliente. Quello che poi ammiro e apprezzo di Kapuscinski è la  sua scrittura semplice e immediata che va al nocciolo della questione senza perdersi in inutili orpelli linguistici. (Solo grazie a lui sono riuscita a capire del perchè della guerra tra Hutu e Tutsi, tanto per dirne una). 

Mi sono avvicinata a questo libro dopo aver letto Ebano e La prima guerra del football e altre storie e quindi l’ho amato proprio perchè conoscevo già Kapuscinski, il suo pensiero, la sua vita, il suo modo di raccontare però ho scelto di presentarvelo per primo perchè è sicuramente più leggero e facile degli altri e se lo leggete vi farà venire voglia di prendere in mano anche altri libri di questo grandissimo scrittore.

Vi lascio un altro paio di citazioni sottolineate mentre lo leggevo: 

... La fatica maggiore: non farsi invischiare nella quotidianità, non lasciarsi frastornare da chiacchiere e ciarpame. Soffocare in noi l'inutile curiosità per le cose marginali, sterili, di nessun conto. la curiosità dev'essere selettiva, in funzione esclusiva della scrittura.

Il fattore emotivo svolge un ruolo determinante nello scoppio di una rivolta o di una rivoluzione: la gente sente di essere stata per troppo a lungo sfruttata e oppressa, così questo sentimento diventa la famosa goccia che fa traboccare il vaso. Tutto comincia appena si pronuncia la parola “Basta!”. Le società sono pazienti, stabili, disposte ad aspettare all’infinito. Tendono a mantenere lo status quo. Solo dopo un lungo periodo di accettazione del dolore si arriva al culmine emotivo, e ciò avviene quando una società dice: “Basta!”. 
O ancora:

Assolutamente necessario conservare la capacità di provare emozioni, per continuare a stupirsi e a essere impressionati dalle cose. Essenziale restare immuni dalla più terribile delle malattie: l’indifferenza.

Uno di quei libri da tenere sul comodino in modo da leggerne una pagina a caso, ogni tanto, per riflettere. 

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Lapidarium. In viaggio fra i frammenti della storia 
Ryszard Kapuscinski
Feltrinelli Editore

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Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Homemademamma.

Auguro a tutti un bellissimo weekend! 

4 commenti:

  1. bellissima proposta. libro che sembra proprio valere una lettura. terzani l'ho trovato talvolta difficile (considerate le mie letture serali con un occhio gia' spento dalla stanchezza) ma voglio segnarmi questo titolo.
    quel "basta" mi spaventa, perche' e' un attimo....

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    1. Ciao Alessandra!
      posso capire che Terzani a volte ti sia sembrato difficile, per quanto abbia uno stile fluido i temi sono comunque ostici se non si ha una mente lucida. io certe cose sono riuscita a capirle perchè ho letto anche altre fonti, soprattutto per prepararmi ai viaggi intrapresi nella mia vita precedente (pre-bimbe). lo stesso vale per Kapuscinski, ed è per questo che ho presentato Lapidarium: si possono leggere anche 2 righe prima d'addormentarsi senza sentirsi in colpa o senza avere la sensazione di non avere capito niente ... ti capisco perchè anch'io ormai purtroppo leggo solo prima d'addormentarmi...
      baci :-)

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  2. Ciao carissima!
    Non conosco questo reporter-scrittore e poi non sono troppo attirata da questo tipo di libri, devo ammetterlo, ma comunque la tua recensione mi fa pensare che dovrei tenerlo da conto, magari anche per il futuro.
    Mi piace il VdL!! Scopro cose nuove, originali, diverse ogni settimana :-)

    PS: l'ultima citazione (quella sull'indifferenza) è davvero bella!

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    1. Cara Maris,
      anche a me il VDL piace proprio per questo e la mia lista di libri si è allungata talmente tanto che mi servirebbe due vite per poter leggerli tutti!
      anche a me l'ultima citazione piace molto, bisognerebbe tenersela sempre ben stampata nella mente!
      se mai lo leggerai o sfoglierai fammi sapere che ne pensi!
      un bacione e buona settimana!
      :-)

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*** Ai post un po' datati ho applicato la moderazione altrimenti, con la testa che mi ritrovo, i commenti rimarrebbero nel limbo!***




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